Il Chiarapensiero sulla comunicazione di Traumph

Agosto 22, 2022
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Adesso ho bisogno di dire una cosa, ovvero il motivo per cui non ho affidato la comunicazione (il social media management) a un’agenzia esterna. (No, non solo perché ho una SMM all’interno dello staff!)

Non sto mettendo “le mani avanti”. Non è una giustificazione preventiva. È solo una mia necessità di spiegare, una volta per tutte, il mio conflittuale rapporto con il lavoro che svolgo e il modo di comunicarlo.

È un dato di fatto che in Traumph non vendiamo beni voluttuari e nemmeno servizi di vaga natura.

In Traumph offriamo un servizio molto delicato o meglio, siamo noi che siamo al servizio di chi ha bisogno del nostro aiuto, i ragazzi (non riesco a chiamarli “solo” studenti!) e le loro famiglie.

Per un lavoro come questo non si possono seguire delle strategie di MKT. Io non voglio seguire delle strategie di MKT!

Per questo soffro terribilmente ogni volta che pubblichiamo un post, perché le regole di comunicazione dei social “impongono” un linguaggio e una grafica aggressivamente commerciale e io mi rifiuto categoricamente di ridurre la presentazione del nostro lavoro a un’azione commerciale!

Se leggendo i nostri post doveste mai pensare che si tratti di una fredda e asettica strategia commerciale, sappiate che mai e poi mai le nostre saranno delle “fredde e asettiche strategie di comunicazione commerciale”!

L’ho detto e lo ripeto, il nostro lavoro è metterci al servizio di chi ha bisogno di noi.

Sono tante le realtà professionali che si rivolgono a studenti con difficoltà nello studio, sia che abbiano o meno disturbi nell’apprendimento. Psicologi, laureati e laureandi, insegnanti in servizio e insegnanti in pensione.

E poi ci siamo noi.

Non è presunzione, ma noi siamo qualcosa di diverso perché, pur avendo lo stesso obiettivo, partiamo da una diversa prospettiva.

Per questo motivo ho deciso di affiancare la comunicazione dei nostri servizi e delle nostre attività, promo del momento e simili diavolerie commerciali, con racconti. Racconti veri!

Racconti di vita vissuta (in Traumph); racconti di ragazzi e delle loro difficoltà; delle nostre difficoltà e anche qualche frustrazione.

Solo così avrà senso raccontare i successi che arriveranno.

E avrà ancora più senso se a raccontare tutto ciò che è Traumph e tutto ciò che accade in Traumph, lo facciamo noi che lo viviamo dall’interno… almeno nessuno avrà la sensazione che si tratti di una fredda e asettica strategia di comunicazione “a effetto”.

Chiara


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