Correva l’anno 2014…

Maggio 2, 2018
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In poco più di 6 mesi un’idea appena accennata si è incontrata con un’altra idea appena accennata e le due idee sono diventate un progetto reale. Il progetto reale uno statuto. Lo statuto una Società. Una Società in piena regola, con tanto di sede legale, sede operativa, pagina facebook e sito internet (no, non questo ovviamente, ma il primo sito è come il primo amore: non si scorda mai, ma lo si ricorda con tenerezza) e non poteva certo mancare una festa, una grande festa di Inaugurazione.

Organizzare un’Inaugurazione è un lavoro nel lavoro. E’ un’altra creatura che viene alla luce, piano piano. E mica tanto piano piano, visto che quando hai una scadenza il tempo decide dispettosamente di accelerare la sua corsa. Come i vinili a 78 giri, o quando sbagli le impostazioni del tapis roulant e la pedana ti scivola sotto ai piedi prima ancora che tu riesca a poggiarci sopra la suola.

Bisogna trovare la location adatta, allestire gli spazi anzi, immaginare come allestire gli spazi, il ché contempla quale e quanto spazio vitale lasciare libero per tutti gli invitati che parteciperanno al Grande Evento. Senza contare il fatto che, quando procederai realmente all’allestimento, piantina e appunti alla mano, niente sarà come avevi previsto e predisposto, ma tant’è, ormai sei in ballo e balli, anche se non ricordi un passo della coreografia.

E inizi a predisporre i pannelli su cui attaccare tutti i volantini e le slides informative, realizzati con materiali di similriciclo (i pannelli, non le slides) perché, dopo aver chiamato tutti i magazzini, i supermercati, i vivai e gli smorzi edili, ti sei arresa all’evidenza che non metterai mai insieme un numero sufficiente di pallet per realizzare 30 pannelli 180×60. A dirla tutta, di pallet ne avevi trovato UNO e pure un po’ marcio e allora, con nonchalance e savoir faire, bypassando le obiezioni e le resistenze di mezzo Staff, il legno necessario te lo procuri da Leroy Merlin. Ingaggi la squadra dei tuoi collaboratori al gran completo e, dopo aver messo insieme giusto due cosette, hai visto mai venisse fame a qualcuno, dai il via alla produzione in serie dei pannelli dei tuoi sogni.

E di sogni ne fai prima del grande giorno. Più che sogni, incubi. Scrivi il discorso di presentazione, poi lo cancelli. Poi ci ripensi e butti giù una scaletta, che già sai che non seguirai, ma in qualche modo devi pur placare l’ansia della tua socia.

E poi… 13 dicembre 2014. Per 2 mesi hai pensato che più che una Società inaugurerai un’intuizione, un progetto, una scommessa. Hai seguito le regole e la data l’hai programmata a qualche mese dopo l’inizio delle attività, ma di certo sai bene che, quando pronuncerai il tuo bel discorso caricato a pallettoni di empatia ed emotività, non avrai a disposizione uno storico aziendale a conferma e testimonianza dei tuoi risultati. Risultati? Dovrai ricordarti di non usare questa parola, perché dopo appena 2 mesi di vita e un pugno di studenti (no, non sono un pugno…. in soli 2 mesi hai messo insieme una bella squadra di studenti di ogni età) non si può ancora parlare di risultati.

E poi sei lì, in piedi davanti a un numero imprecisato di persone, ma puoi dire con assoluta certezza di non averne mai viste così tante tutte insieme (ma non s’era detto che non sarebbe venuto nessuno?), lo staff al completo alle tue spalle e parli. Parli di Traumph, dei corsi iniziati e di quelli che inizieranno. Parli, racconti e spieghi, guardando tutti negli occhi, non realizzando minimamente che tutti quegli stessi occhi stiano guardando te. E allora ti apri in un sorriso e sai che comunque andrà, sarà un successo.


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