Provate a immaginare una frase lunga lunghissima che non voglia dire assolutamente nulla e continua e scivola via per almeno due se non tre righe senza dire assolutamente nulla fino a quando non vi stancate e vi domandate cosa diavolo stiate leggendo.
E tutto questo senza arrivare al punto.
Il punto, quello fermo, s’intende.
In geometria, il punto è una semplice coordinata, una entità spaziale adimensionale. Qualcosa che non è misurabile, e pure esiste. Tant’è vero che quando si prendono e mettono insieme dei punti, ecco che abbiamo una figura; piana, solido, poco importa qui.
Quello che qui importa è il punto come unità minima, primitiva, dell’interpunzione. Nella scrittura, il punto fermo è l’unità di pausa più lunga che esista. Per dire: si prenda un discorso che abbia al proprio interno almeno due idee, tra loro diverse. Come ordinarle? Che gerarchia dare a queste idee? Le si divide, e si usa un punto. Ecco, il punto è questo: unità minima di misurazione e di tempo. E di significato. Un testo, una trama di discorsi (composti da idee, espresse a loro volte da parole) ha nel punto fermo un cardine.
In Traumph, prima di iniziare un corso o accettare una proposta di redazione di testi, di ghost writing, o di editing si fa sempre il punto della situazione con il cliente. scrittura
Poi il punto a capo, e si inizia a scrivere.
Dietro ad un punto si nasconde un mondo, continua a seguirci per approfondire le tue curiosità o contattaci per informazioni.